Archivio programmi di finanziamento europei

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L'economia basata sulla conoscenza, incentrata sull'istruzione, la ricerca, lo sviluppo tecnologico, l'innovazione e l'imprenditorialità, si pone alla base del nuovo partenariato per la crescita e l'occupazione, un programma volto a sviluppare l'economia europea e a garantire la qualità di vita dei cittadini europei.
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== Spazio europeo della ricerca (SER) ==
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In un'economia globale aperta, la competitività nasce dalla capacità delle imprese di creare beni e servizi ad elevato valore aggiunto. L'evoluzione verso una crescita sostenibile basata sull'innovazione è pertanto al centro della risposta dell'UE alla globalizzazione.  
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La ricerca e l'innovazione offrono inoltre soluzioni alle grandi sfide del nostro continente e del mondo intero, quali la sicurezza energetica, i cambiamenti climatici, il degrado ambientale, l'esclusione dei gruppi vulnerabili, l'invecchiamento della popolazione e le disabilità, le minacce globali per la salute e l'evoluzione demografica.
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A livello comunitario l'Unione possiede '''tre strumenti di finanziamento fondamentali per sostenere la ricerca e l'innovazione''':  
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*la politica di coesione finanziata dai '''Fondi strutturali''' e dal '''Fondo di coesione''';
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L'Unione europea vanta una lunga tradizione di eccellenza nella ricerca e nell'innovazione, ma spesso tale eccellenza è frammentata sul territorio europeo e l'80% delle attività di ricerca del settore pubblico sono condotte a livello nazionale, generalmente nell'ambito di programmi di ricerca nazionali o regionali. Ciò significa, troppo spesso, che il potenziale della ricerca UE non è pienamente sfruttato.
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*il '''Programma quadro per la ricerca''';
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*il '''Programma quadro per la competitività e l'innovazione'''.
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Nell'intento di porre fine a tale situazione, la Commissione ha proposto, nel gennaio 2000, la creazione di uno [http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2000:0006:FIN:IT:PDF Spazio europeo della ricerca] (SER). Il principale obiettivo della Comunicazione "Verso uno spazio europeo della ricerca" è contribuire a una migliore integrazione e organizzazione dei settori scientifici e tecnologici europei nonché alla creazione di migliori condizioni quadro generali per la ricerca in Europa. La Comunicazione è stata approvata nel contesto della "strategia di Lisbona" intesa a stimolare la competitività europea.
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Nel 2007 la Commissione europea ha espresso in una comunicazione le sue idee sulle [http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2007:0474:FIN:IT:PDF  "Regioni europee competitive grazie alla ricerca e all'innovazione"] e ha invitato gli Stati membri e le regioni a fare un uso più adeguato degli strumenti di finanziamento disponibili.
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I [[Programmi Quadro di ricerca dell'Unione europea | Programmi Quadro per la ricerca]], tra cui in particolare il [[Settimo Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico | 7PQ (Settimo programma quadro)]] (2007-2013), dovrebbero contribuire al conseguimento degli obiettivi stabiliti dalla strategia di Lisbona, in un primo momento, e dalla strategia [http://ec.europa.eu/italia/documents/attualita/futuro_ue/europa2020_it.pdf Europa 2020] in una fase successiva. La prima proposta ufficiale del 7PQ era accompagnata da una comunicazione intitolata "Costruire il SER della conoscenza al servizio della crescita".
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Esiste un consenso generalizzato circa l'esigenza di collegare lo Spazio europeo dell'istruzione superiore (il "processo di Bologna") e lo Spazio europeo della ricerca giacché l'integrazione del dottorato nel processo di Bologna apre la strada a nuove opportunità per la messa in rete delle attività di ricerca.
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Il [http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2007:0161:FIN:IT:PDF Libro verde del 4 aprile 2007] sostiene che a distanza di sette anni si sono registrati alcuni progressi sulle nuove prospettive per lo Spazio europeo della ricerca, ma prosegue affermando che "c'è ancora molto da fare per costruire il SER, in particolare occorre risolvere il problema della frammentazione delle attività, dei programmi e delle politiche di ricerca in Europa".  In particolare, la Commissione riconosce che il SER deve ancora conseguire il suo pieno potenziale per quanto attiene alla mobilità dei ricercatori, alla cooperazione nel mondo accademico, al coordinamento dei finanziamenti nazionali e regionali e un miglior sfruttamento dei risultati della ricerca.  Il Libro verde solleva numerose questioni su come approfondire e allargare il SER affinché contribuisca appieno agli obiettivi della rinnovata Strategia di Lisbona volta a creare più crescita e occupazione. Ha dato il via a un ampio dibattito pubblico e istituzionale inteso ad assistere la Commissione nella preparazione di proposte per iniziative concrete all'inizio del 2008. 
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Il Libro verde è corredato di un documento di base  che riporta una dettagliata valutazione dei progressi registrati nel SER dal 2000 così come un'analisi della situazione attuale e le sfide da affrontare. I risultati finali  sono stati pubblicati nell'aprile 2008, anche in forma di brochure.
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== Le politiche europee della ricerca e gli obiettivi strategici ==
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Nel corso del vertice di Lisbona del marzo 2000, i capi di Stato e di Governo dell'UE hanno stabilito di perseguire l'obiettivo strategico decennale di rendere l’Europa “l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale."
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Per raggiungere tale obiettivo è stata definita una strategia che si basa su tre pilastri (economico, sociale e ambientale), e che è attuata dall'Unione in diversi settori correlati: mercato comune, società dell'informazione, ricerca, istruzione, riforme economiche strutturali e stabilità valutaria.  
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A cinque anni dal varo della strategia, la Commissione ha presentato un bilancio dei risultati conseguiti.
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In sintesi, gli obiettivi previsti per l'economia europea in materia di crescita, di produttività e di occupazione non sono stati raggiunti. La creazione di posti di lavoro ha subito un rallentamento, mentre permangono insufficienti gli investimenti nel settore della ricerca e dello sviluppo. La Commissione ha quindi deciso di rilanciare la strategia di Lisbona concentrando l'attenzione sulle azioni da svolgere piuttosto che sugli obiettivi in cifre da raggiungere ed in particolare:  
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* Fare dell'Europa un posto più attraente per investire e lavorare
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* Porre la conoscenza e l’innovazione al servizio della crescita
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* Creare un numero maggiore di posti di lavoro e migliorarne la qualità
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== L'Italia e le politiche europee della ricerca ==
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Il Governo Italiano, nella riunione del 14 ottobre 2005, ha definitivamente approvato il [http://www.ontit.it/opencms/opencms/ont/it/documenti/archivio/01422 Piano italiano per la crescita e lo sviluppo (PICO)].  
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Il Piano indica le riforme, le misure e gli interventi nazionali programmabili per perseguire gli obiettivi di Lisbona e rinnovarne la potenzialità. Sono cinque le categorie operative prese come obiettivi prioritari del Piano Nazionale in un quadro di stabilità monetaria e fiscale:  
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* l'ampliamento dell'area di libera scelta dei cittadini e delle imprese;
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* l'incentivazione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica;
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* il rafforzamento dell’istruzione e della formazione del capitale umano;
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* l'adeguamento delle infrastrutture materiali e immateriali;
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* la tutela ambientale.
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In Italia il [[Consiglio Nazionale delle Ricerche]] ha un posto di primo piano nello sviluppo dei programmi di RST dell'Unione Europea. In molti settori, il CNR è in solida posizione rispetto ai grandi enti di ricerca omologhi europei, e, certamente, per il successo che ottiene dalla valutazione comunitaria, rappresenta un'esperienza non comune nel panorama nazionale.
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Le attività finanziate, coinvolgono la gran parte delle priorità di ricerca individuate dai Programmi Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico, e dalle altre molteplici azioni comunitarie di interesse per la RST e riflettono l'ampia gamma d'iniziative sostenute dallo strumento comunitario e l'efficace inserimento della rete scientifica dell'Ente.

Versione corrente delle 13:17, 21 gen 2015

Spazio europeo della ricerca (SER)

L'Unione europea vanta una lunga tradizione di eccellenza nella ricerca e nell'innovazione, ma spesso tale eccellenza è frammentata sul territorio europeo e l'80% delle attività di ricerca del settore pubblico sono condotte a livello nazionale, generalmente nell'ambito di programmi di ricerca nazionali o regionali. Ciò significa, troppo spesso, che il potenziale della ricerca UE non è pienamente sfruttato.

Nell'intento di porre fine a tale situazione, la Commissione ha proposto, nel gennaio 2000, la creazione di uno Spazio europeo della ricerca (SER). Il principale obiettivo della Comunicazione "Verso uno spazio europeo della ricerca" è contribuire a una migliore integrazione e organizzazione dei settori scientifici e tecnologici europei nonché alla creazione di migliori condizioni quadro generali per la ricerca in Europa. La Comunicazione è stata approvata nel contesto della "strategia di Lisbona" intesa a stimolare la competitività europea.

I Programmi Quadro per la ricerca, tra cui in particolare il 7PQ (Settimo programma quadro) (2007-2013), dovrebbero contribuire al conseguimento degli obiettivi stabiliti dalla strategia di Lisbona, in un primo momento, e dalla strategia Europa 2020 in una fase successiva. La prima proposta ufficiale del 7PQ era accompagnata da una comunicazione intitolata "Costruire il SER della conoscenza al servizio della crescita".

Esiste un consenso generalizzato circa l'esigenza di collegare lo Spazio europeo dell'istruzione superiore (il "processo di Bologna") e lo Spazio europeo della ricerca giacché l'integrazione del dottorato nel processo di Bologna apre la strada a nuove opportunità per la messa in rete delle attività di ricerca.

Il Libro verde del 4 aprile 2007 sostiene che a distanza di sette anni si sono registrati alcuni progressi sulle nuove prospettive per lo Spazio europeo della ricerca, ma prosegue affermando che "c'è ancora molto da fare per costruire il SER, in particolare occorre risolvere il problema della frammentazione delle attività, dei programmi e delle politiche di ricerca in Europa". In particolare, la Commissione riconosce che il SER deve ancora conseguire il suo pieno potenziale per quanto attiene alla mobilità dei ricercatori, alla cooperazione nel mondo accademico, al coordinamento dei finanziamenti nazionali e regionali e un miglior sfruttamento dei risultati della ricerca. Il Libro verde solleva numerose questioni su come approfondire e allargare il SER affinché contribuisca appieno agli obiettivi della rinnovata Strategia di Lisbona volta a creare più crescita e occupazione. Ha dato il via a un ampio dibattito pubblico e istituzionale inteso ad assistere la Commissione nella preparazione di proposte per iniziative concrete all'inizio del 2008. Il Libro verde è corredato di un documento di base che riporta una dettagliata valutazione dei progressi registrati nel SER dal 2000 così come un'analisi della situazione attuale e le sfide da affrontare. I risultati finali sono stati pubblicati nell'aprile 2008, anche in forma di brochure.

Le politiche europee della ricerca e gli obiettivi strategici

Nel corso del vertice di Lisbona del marzo 2000, i capi di Stato e di Governo dell'UE hanno stabilito di perseguire l'obiettivo strategico decennale di rendere l’Europa “l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale." Per raggiungere tale obiettivo è stata definita una strategia che si basa su tre pilastri (economico, sociale e ambientale), e che è attuata dall'Unione in diversi settori correlati: mercato comune, società dell'informazione, ricerca, istruzione, riforme economiche strutturali e stabilità valutaria. A cinque anni dal varo della strategia, la Commissione ha presentato un bilancio dei risultati conseguiti. In sintesi, gli obiettivi previsti per l'economia europea in materia di crescita, di produttività e di occupazione non sono stati raggiunti. La creazione di posti di lavoro ha subito un rallentamento, mentre permangono insufficienti gli investimenti nel settore della ricerca e dello sviluppo. La Commissione ha quindi deciso di rilanciare la strategia di Lisbona concentrando l'attenzione sulle azioni da svolgere piuttosto che sugli obiettivi in cifre da raggiungere ed in particolare:

  • Fare dell'Europa un posto più attraente per investire e lavorare
  • Porre la conoscenza e l’innovazione al servizio della crescita
  • Creare un numero maggiore di posti di lavoro e migliorarne la qualità

L'Italia e le politiche europee della ricerca

Il Governo Italiano, nella riunione del 14 ottobre 2005, ha definitivamente approvato il Piano italiano per la crescita e lo sviluppo (PICO). Il Piano indica le riforme, le misure e gli interventi nazionali programmabili per perseguire gli obiettivi di Lisbona e rinnovarne la potenzialità. Sono cinque le categorie operative prese come obiettivi prioritari del Piano Nazionale in un quadro di stabilità monetaria e fiscale:

  • l'ampliamento dell'area di libera scelta dei cittadini e delle imprese;
  • l'incentivazione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica;
  • il rafforzamento dell’istruzione e della formazione del capitale umano;
  • l'adeguamento delle infrastrutture materiali e immateriali;
  • la tutela ambientale.

In Italia il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha un posto di primo piano nello sviluppo dei programmi di RST dell'Unione Europea. In molti settori, il CNR è in solida posizione rispetto ai grandi enti di ricerca omologhi europei, e, certamente, per il successo che ottiene dalla valutazione comunitaria, rappresenta un'esperienza non comune nel panorama nazionale. Le attività finanziate, coinvolgono la gran parte delle priorità di ricerca individuate dai Programmi Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico, e dalle altre molteplici azioni comunitarie di interesse per la RST e riflettono l'ampia gamma d'iniziative sostenute dallo strumento comunitario e l'efficace inserimento della rete scientifica dell'Ente.

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